Testo: Giorgio Marini, in Gianni Volpe. I quadri di Fano, 2014
Queste singolari atrezzature da pesca costruite in quasi tutti i porti da tempo immemorabile, poco si differenziano nella struttura da quelle più remote che ci sono pervenute attraverso l’illustrazione di antiche stampe.
Sino a qualche decennio fa, la pesca che non esse si esercitava, per,etteva ai marinai che per ragioni di età o per altri motivi non potevano più “prendere il mare”, di avere una fonte di sostentamento anche se misera.
la loro architettura richiama alla mente i primordi della civiltà umana, quando per ovvi motivi di sicurezza, l’uomo si rifugiava in luoghi posti su palafitte. La singolare caratteristica costruttiva dà al paesaggio marittimo un’atmosfera poetica ripresa a volte dall’arte di pittori o di appassionati fotografi. Ogni bilancia ha una sua storia legata a tante persone che si sono succedute nel tempo.
Il mare, il sole, il vento, la pioggia e l’odore della salsedine sono gli elementi che accomunano e che ci ricollegano ai primi pescatori di “bilancia”. Alcune di esse purtroppo non esistono più, pur restando vive nei ricordi di tante persone.