Storie di mare

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La Maria risorta

La “Maria risorta” filava docile, con il trinchetto e la maestra gonfie per un buon maestrale, sopra un mare turchino e tutto leggermente ondulato che si stendeva a perdita d’occhio, senz’altro rumore che uno sciaguattar lieve contro i fianchi robusti e il cigolio sordo delle scotte nei ghindazzi.

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La tutela ambientale

La scienza a servizio della biodiversità. Molte delle tradizioni si sono perdute per le mutate condizioni ambientali, ad esempio, una guida tedesca stampata a Lindau nel 1703, Das heutige Italien (L’italia odierna), attesta che uno dei prodotti “tipici” fanesi era rappresentato dai cavallucci marini che, tra le altre qualità, avevano anche quella di far guarire gli indemoniati se li si mangiava fritti o erano utili, pestati con miele e aceto di vino, per curare le morsicature

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A marina

Ogni giorn giva a marina
fin’a la mort:
en c’era gnent.
Sal ris sardònich
rosc cum el sol:
d’autun la bora di mort
j urlava tl’urechi.

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Dante e i migliori di Fano

«E fa sapere a’ due miglior da Fano,
a messer Guido e anco ad Angiolello,
che, se l’antiveder qui non è vano,
gittati saran fuor di lor vasello
e mazzerati presso a la Cattolica
per tradimento d’un tiranno fello.
Tra l’isola di Cipri e di Maiolica
non vide mai sì gran fallo Nettuno,
non da pirate, non da gente argolica.»

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Il ritrovamento del “Lisippo”

Avevo 15 anni, e facevo il mozzo. A casa non c’era da mangiare. Andavo per mare con la ‘Ferruccio Ferri’. Quando abbiamo issato la statua a bordo, sono stato io a toccarla per primo. Ho pensato ad un morto. L’abbiamo messa a poppa. Pesava settanta-ottanta chili, era tutta coperta di ostriche e fanghiglia. Le mancavano i piedi, ma il fondo delle gambe luccicava perché si erano appena staccate dal basamento”.

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I piaceri dell’Adriatico

“La casa dei vecchioni è proprio sulla spiaggia del mare, a una sassata dal porto. Quando nei meriggi d’estate batte la maretta calda di scirocco, stando in quella casa par di abitare nei mari del Sud, con una sedia a sdraio sotto quattro palme, un barilotto sfasciato su delle casse di birra, l’odor dei maccheroni con le vongole in cucina, un par di sigari e una grand’aria di mare.”

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Un porto, una ricchezza

I marinai i vecchi pescatori ancora stanno insieme, a testimoniare un mondo scomparso, tanti “Padron Pacason” fermi a crocchio sulle banchine del Porto in continui eterni inutili ricordi e aneddoti. Le nuove generazioni, omologhe al tutto che le circonda, stanno invece confuse con altre categorie sociali nel bar di fianco la lanterna-faro.

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Uno scorrere di scontri e rinascite

“L’utile che rendono i Porti a canale navigabili l’evidenza è chiara. e si riconosce dalle città che godono simile comodità per essere le più popolate, e più ricche. Risposi in specie che il porto di Fano accrescerà il numero degli habitanti, i quali saranno la causa di estrarre quel che si ritrache dai terreni, et industria di quei

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La Città dei Bambini

Il programma Città dei bambini rappresenta innanzitutto una scelta politica e culturale; una scelta di trasformazione della città nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale.

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Barilli e la notte fanese

Risalendo dal mare verso il centro storico della città, passiamo sotto la ferrovia della linea adriatica e scorgiamo da una parte l’imponente struttura muraria ben conservata, dall’altra scorre il Canale Albani che nasce da una derivazione artificiale del fiume Metauro.