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Uno scorrere di scontri e rinascite

Testo: Pietro Negusanti. Faneide, 1641

Risalendo dal mare verso il centro storico della città, passiamo sotto la ferrovia della linea adriatica e scorgiamo da una parte l’imponente struttura muraria ben conservata, dall’altra scorre il Canale Albani che nasce da una derivazione artificiale del fiume Metauro. Queste opere ingegneristiche ci ricordano il ruolo strategico di Fano in epoca antica, città che collegava la costa all’entroterra. Come tutti i principali luoghi di snodo, fu teatro di diverse battaglie, dall’antichità alla seconda guerra mondiale. Pietro Negusanti nel poema Faneide scritto nel 1641 ricorda la celebre Battaglia del Metauro, avvenuta nell’entroterra fanese nel 207 a.C. nella quale l’esercito romano sconfisse Asdrubale, impedendone così il ricongiungimento delle truppe a quelle guidate dal fratello Annibale che provenivano da nord.
Scrive il fanese: “Se di sangue Affrican, di Spoglie, e d’Armi Gonfio, speme porgesti al mestro Impero, Onde illustrossi all’Indo, ed all’Ibero, Metauro il pregio tuo con dotti carmi”. Duemila anni dopo questa triste celebrazione del Metauro, una impressionante testimonianza della distruzione della guerra, il ponte ferroviario distrutto dal bombardamento delle forze Alleate durante il secondo conflitto mondiale.